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Da Visitare: Giardino di Ninfa
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Italy FOR Tourist in Lazio · 1 Febbraio 2021
Il giardino, della grandezza di otto ettari, è un giardino all'inglese che ospita al suo interno oltre un migliaio di piante ed è attraversato da numerosi ruscelli d'irrigazione oltre che dal fiume Ninfa: il fiume prende origine dall'omonimo laghetto di natura risorgiva e scorreva, fino alla bonifica integrale, per oltre 40 chilometri nell'agro pontino nel primo tratto col nome Ninfa e poi col nome Sisto, fino a sfociare tra Terracina ed il Circeo; a partire dagli anni '30 le acque risorgive sono state tuttavia deviate, poco a sud del giardino, nel corso del Collettore delle Acque Medie, separandole quindi dal corso del Ninfa/Sisto. Nelle acque dell'alto corso del Ninfa vive la Trota macrostigma, localmente conosciuta anche con il nome di Trota di Ninfa



Nei pressi della chiesa di San Giovanni è possibile osservare un noce americano, diversi meli ornamentali, un acero giapponese a foglia rosa, un faggio rosso, un acero a foglie bianche e un pino a foglie di color argento[7]. Alla spalle della chiesa di Santa Maria Maggiore una bignonia gialla, un gruppo di yucca e diversi roseti, mentre presso la facciata principale si trova un cotinus coggygria, chiamato anche albero della nebbia, con delle infiorescenze a piumino rosa, simili a zucchero filato ed un cedro sul cui tronco è poggiata una tillandsia, pianta senza radici che ricava il nutrimento dall'umidità dell'aria. Lungo il viale dei cipressi delle erythrina crista-galli, fiori di colore scarlatto simili ad uccelli tropicali, mentre lungo il viale delle lavande dei ciliegi penduli, un pino dell'Himalaya, dei banani, un pino messicano ed un'acacia sudamericana. Nella zona dedicata al giardino roccioso si trovano iberis, eschscholzia, veronica, alyssum, aquilegia, dianthus e melograni nani. Vicino al ponte del macello si trovano clematis armandii a fiori viola, ortensie rampicanti, aceri, un pioppo; proseguendo lungo il fiume si incontra un boschetto di noccioli, un acer saccharinum e un liriodendron tulipifera, chiamato anche albero dei tulipano.




Gunnera manicata presso il ponte di legno.
Nei pressi del ponte romano una photinia serrulata, gelsomini, glicini e prima di arrivare al ponte di legno un gruppo di bambù provenienti dalla Cina. Al ponte di legno è posta una gunnera manicata, tipica degli ambienti fluviali brasiliani, dei papiri, un cedro ed una casuarina tenuissima, proveniente dall'Australia. Sul municipio una lonicera involucrata, mentre davanti al castello una magnolia stellata.
A partire dal 1976, su un'area di circa 1.800 ettari intorno al giardino, è nata un'oasi del WWF che mira alla protezione della fauna nel comprensorio di Ninfa: è stato realizzato un impianto boschivo ed un sistema di aree umide per agevolare la sosta e la nidificazione dell'avifauna ed allo stesso tempo si è cercato di ricreare, su un'area di quindici ettari, la vegetazione tipica della zona, ossia quella prettamente paludosa, già esistente fino agli anni trenta, prima che la zona pontina venisse del tutto bonificata. L'area si trova sulla traiettoria di una delle principali rotte migratorie percorse da uccelli che, provenienti dai paesi africani, si trasferiscono in varie aree dell'Europa. Dopo la creazione dell'oasi, nella zona si sono registrati arrivi di alzavole, germani reali, canapiglie, aironi, pavoncelle e alcune specie di rapaci.



Il nome Ninfa deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, situato nell’attuale giardino.
Nel XIV secolo, la città di Ninfa fu distrutta e dal XVI secolo diversi esponenti della famiglia Caetani presente nel territorio pontino e lepino, da molti secoli decise di creare un giardino con pregiate varietà botaniche, polle d’acqua e fontane. Tuttavia, solo nell’Ottocento Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani e i suoi figli, realizzarono un vero e proprio giardino in stile anglosassone, bonificando le paludi, piantando cipressi, lecci, faggi, e restaurando alcune rovine, fra cui il palazzo baronale.
La cura del giardino fu continuata dai discendenti della famiglia Caetani, fino all’ultima erede, Lelia, che ha aggiunto diverse specie botaniche e ha istituito la Fondazione Roffredo Caetani che tutt’oggi si occupa della tutela del giardino di Ninfa e del castello di Sermoneta.



Flora
Negli otto ettari di giardino s’incontrano 1300 specie botaniche.
Si possono ammirare ben diciannove varietà di magnolia decidua, betulle, iris acquatici e diversi aceri giapponesi. Spettacolari anche i ciliegi ornamentali che fioriscono in primavera, i meli e l’albero dei tulipani.
Tantissime le varietà di rose che si arrampicano sugli alberi e sulle rovine, lungo il fiume e i ruscelli, rendendo particolarmente romantico questo luogo. Da ammirare anche le piante tropicali come l’avocado, la gunnera manicata del Sud America e i banani.



Il fiume e l’oasi
Il fiume Ninfa sorge presso la città e scorre per 30 Km verso la pianura pontina, formando l’omonimo laghetto nelle cui acque è ospitata una particolare specie di trota, importata migliaia di anni fa dall’Africa dai Romani.
Attorno al nucleo di Ninfa nel 1976 è stata istituita un’oasi di circa 1800 ettari per proteggere la fauna del luogo che comprende 152 specie ornitologiche, tra cui alcuni rapaci come il Falco Pellegrino e il Barbagianni e diverse specie di trampolieri come l’Airone cenerino.

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