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Castelli Italiani: CASTEL TIROLO
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Francesca Ur, in Trentino Alto Adige · 26 Ottobre 2021
Sparsi in tutta la regione del Tirolo si trovano tantissime fortezze e castelli. luoghi di grande bellezza, storia e avolte mistero. Alcuni ristrutturati e magari adibiti a mueo, possono essere visitati. Nella nostra carrellata di visite virtuali partiamo alla volta di Castel Tirolo (Schloss Tirol in tedesco), situato nella provincia autonoma di Bolzano), il maniero da cui ebbero origine i conti del Tirolo e la culla del territorio che da loro prese il nome.



Il sito su cui sorge è stata abitato fin dalla preistoria, ma il fascino della sua storia risiede nel suo continuo rinascere. Gli archeologi nel 1993 hanno anche scoperto una chiesa paleocristiana. Si trattava in realtà di tre chiese, costruite l'una sui resti dell'altra, la più antica delle quali, con le fondazioni in muratura e la struttura in legno, risale alla tarda epoca romana. La seconda è invece del VI secolo (anche se sul suo utilizzo come edificio di culto prima della successiva aggiunta dell'abside ancora si discute); la costruzione più recente, a tre absidi, risale all'VIII-XI secolo. Il primo insediamento fortificato risale all'XI secolo; tracce di esso si trovano nei sotterranei del palazzo signorile, a sud, e della annessa cappella.
La seconda fase di costruzione è datata 1139-1140, epoca alla quale risale il mastio. Si tratta di una torre quadrata, le cui mura hanno, alla base, uno spessore di oltre 5 metri. Della costruzione originaria rimangono solo i primi tre piani. Non è chiaro se la costruzione sia stata interrotta per l'edificazione del vicino refettorio (la Mushaus, iniziata nel 1172 e più volte rimaneggiata fino al XX secolo), o se essa sia stata danneggiata nell'incendio del 1302; di certo nel 1532 un documento ne parla come di un rudere e così essa risulta anche nella più antica raffigurazione (1620). È stata completata tra il 1902 e il 1904, con pietre recuperate da un vicino maso medievale, distrutto da un incendio nel 1900.



La terza grande fase di costruzione avviene sotto il conte Mainardo II, attorno alla metà del XIII secolo. Mainardo fece costruire, sul versante est, un altro palazzo, del quale oggi non c'è più traccia: è stato "inghiottito" dalla sottostante forra dei castagni (ted.: Köstengraben), le cui acque hanno eroso la roccia fino al crollo dell'edificio. L'attuale edificio e il camminamento risalgono al XIX secolo. Allo stesso periodo si fa risalire la sopraelevazione della cappella: la parte inferiore è consacrata a San Pancrazio, quella superiore, riservata alla nobiltà, a santa Elisabetta d'Ungheria.



Vi soggiornò per anni la contessa Margherita di Tirolo-Gorizia, detta Margherita Boccagrande o Boccalarga o Maultasch (Castel Tirolo, 1318 – Vienna, 3 ottobre 1369), fu l'ultima contessa del Tirolo (1335-1363) del casato di Gorizia ultima della sua dinastia e donna piuttosto moderna. Nel 1330 Enrico, duca di Carinzia e conte di Tirolo, sottoscrisse un trattato con Ludovico il Bavaro, che gli garantiva la successione in linea femminile, se la figlia Margherita si fosse sposata con il consenso del sovrano. Nel 1335 Giovanni Enrico, dopo la morte del duca, assunse la reggenza del Tirolo; Nel novembre 1341 Margherita - cosa inusuale per una donna - ripudiò il marito Giovanni Enrico, esiliandolo dal Tirolo, e il 10 febbraio 1342 si unì in matrimonio con Ludovico di Brandeburgo, figlio dell'imperatore Ludovico il Bavaro. Il matrimonio suscitò grande scalpore nell'intera Europa, anche perché per motivi politici il papa Clemente VI non volle dichiarare nulle le precedenti nozze. Margherita e Ludovico, inoltre, erano parenti di terzo grado: per tale motivo i due neo-sposi furono scomunicati e la contea del Tirolo fu colpita da un interdetto. Nonostante ciò alcuni difesero la coppia, a cominciare da Marsilio da Padova e Guglielmo di Ockham, i quali, nei loro scritti, presero le parti di questo “matrimonio civile” che, contrariamente alla prima unione, era stato benedetto dalla nascita di un bambino. Margherita trascorse gli ultimi anni della sua vita a Vienna, dove la sua residenza avrebbe dato il nome di “Margaretengrund” (terreno di Margherita) ad un intero sobborgo. La contessa, però, continuò a fare i suoi soggiorni estivi a Predazzo. Margherita morì il 3 ottobre 1369 all'età di 51 anni e fu sepolta a Vienna nella chiesa dei Minoriti: venne tumulata accanto a Isabella d'Aragona, moglie di Federico il Bello, duca d'Austria. Il soprannome "Maultasch" (letteralmente "muso a borsa" e traducibile con "bocca sfigurata", "bocca grande" o "bocca larga") comparve per la prima volta attorno al 1366 in una versione bavarese della "Cronaca Universale Sassone" (Sächsische Weltchronik) e venne ripreso in una "Cronaca austriaca" (Österreichische Chronik) del 1393. L'espressione valeva più o meno come "prostituta, donna di facili costumi", e così veniva impiegata principalmente nella propaganda papale e in Boemia.



A partire dal 1425 al soprannome venne attribuito un valore letterale (Maultasch significa bocca a borsa), facendo così ritenere che il volto di Margherita fosse caratterizzato da una bocca deforme (Filippo Villani nel 1400 la definì "medusa"). Pertanto la leggenda che vuole Margherita di particolare bruttezza è probabilmente infondata: i contemporanei, al contrario, l'hanno descritta come assai gradevole. I ritratti, in ogni caso, mostrano una donna non bella ma neppure così brutta. Pure l'ipotesi che il soprannome derivi da un suo parlare sboccato non ha alcun fondamento storico.
Una terza spiegazione fa derivare questo soprannome da una delle località dove Margherita probabilmente amava soggiornare, castel Neuhaus presso Terlano (BZ), allora noto al volgo come castel "Maultasch", nome derivante dalla sottostante dogana, il cui nome origina dal latino "mala tasca" ("trappola per topi"). All'interno del castello è presente la presunta camera nuziale della contessa Margarete di Tirolo, nel cosiddetto “Mushaus”.

Il castello rimase la residenza principale della contea fino al 1420, quando Federico IV d'Asburgo trasferì la propria sede ad Innsbruck.

Molto importanti sono i portali romanici del palazzo e della cappella, ricchi di bassorilievi. Tra gli storici non c'è accordo sulla data e sull'origine di questi portali: per alcuni sarebbero addirittura - almeno parzialmente - da far risalire alla chiesa a tre absidi i cui resti sono stati trovati poco distante, per altri furono commissionati dal conte Alberto III di Tirolo.
Oggi il castello è aperto al pubblico solitamente da metà marzo fino ai primi di dicembre di ogni anno e un ulteriore punto di forza per la visita di castel Tirolo è la splendida vista mozzafiato sulla conca di Merano.



Nel 1919, il castello divenne proprietà della provincia, la quale ha ristrutturato l'intero maniero. Nel 2003 è stato aperto il Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano, che al giorno d'oggi rappresenta ed espone oggetti della storia della regione del Tirolo in ben 20 tappe. Nei pressi del castello si può visitare inoltre il "Centro Recupero Avifauna Castel Tirolo" che offre dimostrazioni dei rapaci, e poco sotto il castello, sopra il sentiero, ci sono le Piramidi di Terra del Tirolo. Il Castello si raggiunge con una piacevole camminata di 30 minuti al castello, attraversando una vecchia galleria e passando dalle menzionate Piramidi di Terra. Il sentiero è chiuso al traffico.



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