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Borghi Veneti: MONTAGNANA PERLA MEDIEVALE
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Italy FOR Tourist in Veneto · 1 Aprile 2021
Le origini del borgo sono molto antiche. I primi insediamenti risalgono al IV-III millennio a. C e già dal XII-VIII sec. a.C. in località Borgo San Zeno (a pochi passi da Porta Padova) fiorì, lungo la riva sinistra del paleoalveo del Fiume Adige, un centro abitato dai Veneti Antichi, una popolazione proveniente dall’Asia Minore dedita a caccia, allevamento, agricoltura, tessitura e lavorazione della ceramica.
Montagnana deve la sua cinta muraria alla signoria dei Da Carrara, anche se la leggenda ha legato in modo indissolubile il suo nome con quello di Ezzelino III da Romano, che attaccò e distrusse la città con un grande rogo nel 1242, ma che ne avviò anche la ricostruzione, erigendo il mastio di Castel San Zeno ed i due tratti di cortina ai suoi lati. La costruzione proseguì a cura del Comune di Padova, che nel 1275 fece erigere il tratto di mura adiacenti alla Rocca degli Alberi, tutto in mattoni e privo di camminamento.



Le parti rimanenti furono elevate tra il 1342 ed il 1362, a tratti alterni di cotto e trachite dei Colli Euganei, dai signori da Carrara. Francesco il Vecchio affidò i lavori della costruzione del complesso della Rocca degli Alberi a Franceschino de’ Schici. La città decise nel 1405 la sua dedizione a Venezia, il cui dominio, con alterne vicende, perdurò fino alla caduta della Repubblica.
Fra le città fortificate del Veneto è quella che meglio ha saputo conservare le sue mura merlate guelfe. Circondato da un fossato a prato, intervallato da 24 torri, l’imponente anello fu costruito dai Carraresi su precedenti fortificazioni.



La struttura della città, straordinario esempio di centro murato, tuttora ben conservato, si percepisce già dall’esterno, con un breve giro delle fosse in senso antiorario: la cortina muraria di circa 2 chilometri, a forma rettangolare irregolare, coronata da merli di tipo guelfo ed intervallata da 24 torri semiesagonali, è circondata da un terrapieno con fossato, con due accessi originari aperti verso est in direzione di Padova e verso ovest in direzione di Legnago. La visita a piedi ha inizia dal lato sud-ovest delle mura, nei pressi della Porta XX Settembre, aperta nel 1885 da Camillo Boito. Si prosegue verso sinistra sul terrapieno all’esterno della cinta, fino a scendere nel vallo in corrispondenza della torre d’angolo occidentale, e, superato il fossato, a raggiungere la circonvallazione. Andando verso destra, in breve ci si trova davanti a Porta Legnago, sovrastata dal complesso carrarese della Rocca degli Alberi. Costruita tra il 1360 ed il 1362, rappresenta uno tra i più importanti e meglio conservati esempi di architettura militare medievale, costituito da un mastio alto circa 35 metri, da un cassero verso la città e dalla porta articolata in tre ridotti, preceduta da un rivellino nel vallo. Entrati in città, si imbocca di fronte la porticata via Matteotti, l’antica via Granda, asse centrale dell’abitato, da cui una breve digressione a sinistra su via N. Sauro porta alla settecentesca Chiesa di S. Benedetto, mentre poco più avanti, sempre dalla via centrale, si imbocca a destra via dei Montagnana, per costeggiare gli archivolti della cinta in via Mure Sud verso sinistra e raggiungere il retro della quattrocentesca Chiesa di S. Francesco. Lasciate alle spalle le mura, si percorre la via che segue il fianco dell’edificio, per sbucare in piazza Vittorio Emanuele II, da dove si prende via Carrarese, in vista del possente Castel S. Zeno, con Porta Padova.



Il complesso si articola in 3 parti: il mastio di Ezzelino, la porta con 2 rivellini ed il fortilizio ezzeliniano, dotato di 2 torri angolari poste in diagonale, da dove inizia la prima muraglia costruita alla metà del XIII secolo con soli mattoni. Uscendo dalla porta, si noti il Palazzo Pisani, su disegno del Palladio. Attraversato il vallo, si rientra dalla pusterla di S. Zeno, che immette in piazza Trieste, da cui in breve si raggiunge attraverso via Marconi la piazza centrale, dove si affaccia l’imponente Duomo, con importanti opere pittoriche all’ interno. Via Roma conduce a Porta Vicenza, aperta nel 1504 per collegare la città al fiume Frassine ed a Vicenza. Uscendo verso destra, si consiglia di concludere la visita costeggiando il quadrante nord-est delle mura, fino a ritornare a Castel San Zeno.



Quindi c'è molto da vedere in questo borgo veneto medievale: ad esempio Villa Pisani, dimora edificata attorno al 1550 su progetto del Palladio, che si differenzia dalla tipica villa di campagna in quanto inserita nel centro storico. Altri gioielli veneziani sono il settecentesco Monte di Pietà, l’elegante Palazzo Valeri affiancato a un palazzo con due splendidi camini a corolla. Sulla piazza si affacciano anche l’ottocentesco Palazzo della Loggia, il risorgimentale Palazzo Santini, e il quattrocentesco Palazzo Pomello-Chinaglia, mentre dove sorgeva una chiesa del X secolo ora risplende il Duomo dedicato a S. Maria Assunta, che vanta una pala d’altare di Paolo Veronese.
Tra le tante prestigiose dimore vi ricordiamo anche l'imponente Palazzo Sanmicheli - ora sede del Comune - e il Palazzo Magnavin-Foratti, in stile gotico-veneziano.
Montagnana è luogo di partenza ideale per i più importanti centri d’arte e cultura del Veneto. Nelle immediate vicinanze si trovano Villa Pojana del Palladio, nella lista Unesco insieme alle altre ville palladiane del Veneto, a Poiana Maggiore; il trecentesco castello di Bevilacqua con il suo grande parco; Villa Correr a Casale di Scodosia, bellissima villa veneta di fine Seicento. In mezz’ora si raggiunge il polmone verde dei Colli Euganei con il borgo di Arquà Petrarca; le cittadine di Este e Monselice; l’area naturalistica dei Colli Berici; le ville venete in provincia di Vicenza; il castello di Soave nel veronese. In un’ora o poco più si arriva a Padova, Venezia, Vicenza, Verona, Mantova e al lago di Garda.



Di interesse naturalistico per il camperista e le sue uscite in bicicletta, c’è il percorso del Fiumicello, manufatto medievale ampliato in epoca veneziana come via fluviale per il trasporto di merci e persone. Le sue sponde sono attorniate di piante verdi autoctone, tra cui il gelso, fino a ottant’anni fa fonte di integrazione di reddito per le famiglie contadine con l’allevamento del baco da seta. Ora l’argine è diventato una pista ciclabile con percorso vita che congiunge Montagnana al fiume Frassine.



Il prodotto tipico del borgo è il prosciutto crudo dolce di Montagnana, lavorato e stagionato secondo la tradizione, ha un gusto dolce e morbido dovuto alla sapiente dosatura di sale. E’ molto apprezzato in abbinamento al melone, altro prodotto del territorio. Sono 15 i comuni compresi tra i padovani Colli Euganei e i vicentini Monti Berici in cui si produce il prosciutto crudo Veneto Berico-Euganeo Dop. La denominazione di origine protetta è stata assegnata nel 1996 per garantirne lo stretto legame con il territorio.

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