Others Language:
Seguici anche su:
     
Vai ai contenuti
SEGUICI ANCHE SU:
Frosinone: Certosa di Trisulti
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Francesca Ur, in Lazio · 22 Febbraio 2022
Nel territorio di Collepardo, comune insignito dal Touring Club Italiano del marchio di qualità “Bandiera Arancione”, sorge, a circa 800 m. d’altezza, sotto la cresta rocciosa del monte Rotonaria, tra il verde dei boschi che la circondano, la Certosa di Trisulti, splendido esempio di architettura religiosa in montagna.È collocata tra boschi di querce, nella cosiddetta Selva d'Ecio, alle falde del monte Rotonaria (Monti Ernici), a 825 m di altitudine e a 6 km a nord-est del centro abitato.
Questo posto cosi solitario ed ideale per la preghiera è affidato ai Cistercensi, che ancora oggi danno il benvenuto ai visitatori tra chiostri silenziosi ed antichi laboratori di farmacia ed erboristeria.



Le sue origini risalgono all’anno Mille, quando S. Domenico da Foligno, monaco benedettino, fondò in questo posto di selvaggia bellezza e solitudine, già luogo di eremitaggi, come ci testimonia la vicina mistica grotta della Madonna delle Cese, incavata nella montagna e costruita sotto un’alta rupe, un monastero dedicato a S. Benedetto. Per volere del papa anagnino Innocenzo III, nel 1204 l’abbazia e i beni passarono ai Certosini, che curarono la costruzione di un nuovo monastero più conforme alla loro vita e regola monastica. Il cenobio è un complesso organico di edifici, viali e giardini in un breve piazzale che si affaccia su una voragine boscosa. Su questo piazzale troviamo l’antica Foresteria in stile romanico-gotico, detta “Palazzo di Innocenzo III”, che infatti qui amava soggiornare, ed è oggi sede dell’importante biblioteca che vanta oltre 36.000 volumi. Di fronte sorge la chiesa abbaziale dedicata a S. Bartolomeo. Rimaneggiata nel corso dei secoli, è di stile settecentesco, con facciata neoclassica. L’interno ad una navata è divisa da un’iconostasi in due parti, quella dei conversi e quella dei Padri, secondo la peculiare caratteristica della chiesa certosina; in ambedue notevoli sono i cori in legno. Alle pareti si possono ammirare i dipinti di Filippo Balbi, mentre la volta a botte è decorata con affreschi di Giuseppe Caci. Mirabili sono i due chiostri.



Il più piccolo racchiude il cimitero certosino, a sinistra del quale si apre la sala capitolare (con pavimento ad intarsio sul fondo di noce scuro), sulle cui pareti si ammirano otto quadri sulla Maddalena, probabilmente opera del Caci. Il grande chiostro, del 1700, invece, si trova su un piano più basso rispetto a quello della chiesa, ed è di stile Rinascimentale. Un’attenzione particolare va anche rivolta alla sagrestia, notevole per i suoi mobili in noce di scuola certosina e per gli affreschi realizzati nella volta che rappresentano la vita della Vergine. Gioiello della Certosa è la Farmacia, sistemata in una palazzina con antistante giardino caratterizzato da siepi di bosso, modellate in forme curiose dai stessi frati, un tempo orto botanico. Essa fu realizzata nel secolo XVIII, ma da sempre i monaci della Certosa hanno raccolto sulle montagne circostanti erbe con cui preparare medicamenti, unguenti, droghe che riponevano in vasi di terracotta maiolicata. Questi si possono ancora ammirare ben allineati in una delle due deliziose salette. Ancora oggi permane la produzione di liquori tradizionali.



Le sale della farmacia sono arredate con mobili settecenteschi e belle scaffalature in legno, sulle quali appaiono in bella mostra scatole di faggio e vasi in vetro e ceramica. Singolare è la decorazione pittorica, soprattutto del cosiddetto, salottino del Balbi, il salotto d’attesa che ha preso il nome del principale decoratore dell’intero complesso, il pittore napoletano Filippo Balbi, che fra il 1857 e il 1865 soggiornò a lungo nella Certosa per rifugiarsi dall’assedio borbonico ed eseguì numerosi dipinti. L’attenzione del visitatore è però attirata dalle volte a crociera della sala principale della spezieria, decorata sul finire del Settecento da Giacomo Manco in stile pompeiano, in ossequio alla moda esplosa dopo i primi ritrovamenti di pitture in Pompei ed Ercolano. Infine, sempre nella Farmacia, si può ammirare un suggestivo dipinto del Balbi, a grandezza naturale, raffigurante Frà Benedetto Ricciardi, direttore della Farmacia fino al 1863 anno della sua morte.
Questo dipinto, per gli abili giochi di prospettiva, mostra un’impronta di forte realismo. Per tutte queste particolarità, per la varietà di stili e di temi, per l’importanza storica ed artistica, la Certosa di Trisulti, abitata e gestita dai padri Cistercensi dal 1947, fu dichiarata Monumento Nazionale nel 1890.




Ristrutturata nel XVII secolo, stupisce il visitatore per la bellezza della sua chiesa dedicata a S. Bartolomeo e la farmacia, o meglio spezieria, dando la sensazione di essere tornati in dietro nel tempo e poter incontrar, da un momento all’altro, uno dei monaci dall’abito bianco. Per entrare nella certosa, racchiusa da mura, bisogna varcare il grande portale sormontato da un busto di San Bartolomeo, opera di Jacopo Lo Duca, allievo di Michelangelo Buonarroti. Sopra di esso si apre una caditoia che rievoca lotte di altri tempi.
Una prima abbazia benedettina fu fondata nel 996 da san Domenico di Sora: di essa restano alcuni ruderi a poca distanza dall'odierno complesso. L'abbazia attuale fu costruita nel 1204 nei pressi della precedente, ma in un sito più accessibile, per volere di papa Innocenzo III dei conti di Segni e fu assegnata ai Certosini. La chiesa abbaziale di San Bartolomeo fu consacrata nel 1211. Nel piazzale principale si trovano l'antica foresteria romanico-gotica detta "Palazzo di Innocenzo III", che si caratterizza per il portico e la terrazza e che ospita un'antica biblioteca (36.000 volumi), e la chiesa di San Bartolomeo.
La facciata della chiesa di San Bartolomeo fu realizzata nel 1768 dall'architetto Paolo Posi. Alla originaria struttura gotica si è sovrapposto, negli anni,  un impianto decorativo barocco



La chiesa è dedicata alla Vergine Assunta, a san Bartolomeo e al fondatore dei certosini san Bruno ed è stata più volte rimaneggiata, cosicché all'originaria struttura gotica si è sovrapposto un impianto decorativo barocco; la facciata è del 1798 ed è stata realizzata dall'architetto Paolo Posi.
Conformemente alla tradizione architettonica certosina, la chiesa  è divisa in tre parti: Coro dei Fratelli Conversi, Coro dei Padri e Presbiterio. I due cori, divisi tra loro da un muro divisorio, comunicano tramite una splendida porta lignea, opera dell'intagliatore altoatesino Giuseppe Kofler. Il quadro a sinistra di questa porta raffigura San Giovanni Battista, il quadro a destra San Michele Arcangelo. Si tratta purtroppo di copie in quanto gli originali sono stati rubati da mani sacrileghe. Sotto gli altari si trovano i corpi di due santi martiri riccamente vestiti: San Benedetto e San Bonifacio. Il dettaglio del pavimento del Coro dei Padri riproduce la stessa forma del pavimento della basilica di San Lorenzo in Lucina a Roma  (F. Girolami). Notevoli i due cori lignei: uno, del 1564, è opera del certosino Mastro Iacobo e l'altro del certosino frate Stefano. Nella chiesa sono conservate pregevoli opere pittoriche di Filippo Balbi, tra cui un dipinto sulla strage degli innocenti.



Sull'altare maggiore il Tabernacolo settecentesco di Mattia Venturesi e la Pala di Vincenzo Manenti raffigurante la Madonna in trono con Bambino e i Santi Bartolomeo e Bruno. Nella pareti della navata, le quattro grandi tele ottocentesche di Filippo Balbi con storie certosine e dell’antico testamento e, dello stesso autore, la serie di ovali con santi e beati dell’ordine. La collezione riproduce anche le tele di XVII e XVIII secolo conservate sugli altari delle cappelle laterali e la decorazione della sala capitolare realizzata da Giacomo Manco.



Gli affreschi della volta, raffiguranti una Gloria del Paradiso, sono stati realizzati da Giuseppe Caci nel 1683;  di Vincenzo Manenti è la pala d'altare che raffigura una Madonna in trono con il Bambino e i santi Bartolomeo e Bruno, quest'ultimo fondatore dell'ordine certosino.



L'antica farmacia è un ambiente affascinante e prezioso.  E' decorata con realistici trompe-l'œil di ispirazione pompeiana e presenta arredi settecenteschi di Giuseppe Kofler e scaffalature in legno con i vasi in vetro cui venivano conservate le erbe medicamentose e i veleni estratti dai serpenti, le antiche ricette di magici infusi che i monaci realizzano con erbe medicinali ed aromatiche coltivate nei loro giardini. Interessante il giardino antistante la farmacia in cui le siepi di bosso ripropongono forme animali: un tempo era l'orto botanico.



L'antica farmacia, è costituita da vari ambienti su due livelli. Segue lo stile pompeiano in voga sul finire del Settecento anche la decorazione della volta a crociera della sala principale, ideata dal Filippo Balbi e affrescata da Giacomo Manco.
Il Salottino di Filippo Balbi. Sul pavimento musivo una enorme clessidra alata inscritta in un cerchio, attorno alla quale sono disposti i nomi delle virtù umane (ma non solo teologiche): costanza, saggezza, moderazione, verità, sincerità, obbedienza, pazienza, compassione, perseveranza, fedeltà, perfezione, rettitudine. Al centro, la scritta "Memini, volat irreparabile tempus" ("Ricorda, il tempo vola irreparabilmente"). Esternamente, sfere e cuori concentrici, in bianco e rosso – Foto di Emilia Trovini



Il salotto d'attesa è detto Salottino del Balbi: anch'esso è stato decorato — in maniera molto originale — dal pittore napoletano; il dipinto che ritrae frate Benedetto Ricciardi, all'epoca direttore della farmacia, si distingue per l'elevato realismo e la complessa costruzione prospettica. Nella farmacia si possono vedere i vasi in cui erano conservate le erbe medicamentose e i veleni estratti dai serpenti.

Guarda il Bellissimo Video dell'bbazia di Trisulti



I NOSTRI PARTNER:
Il portale dell'ecommerce, delle ricette e dei prodotti madeinitaly
Il Magazine del Turismo in SiciliaLA CARTA SCONTO INTERNAZIONALE PER IL TURISMO E LO SHOPPING
Il portale dell'ecommerce, delle ricette e dei prodotti made in sicily

BY ITALY FOR TOURIST - ALL RIGHT RESERVED -
I nostri Partner





Seguici anche su
   
I nostri PARTNER:





Seguici anche su:
I nostri PARTNER:





Seguici anche su:

I NOSTRI PARTNER:
Il portale dell'ecommerce, delle ricette e dei prodotti madeinitaly
Il Magazine del Turismo in SiciliaLA CARTA SCONTO INTERNAZIONALE PER IL TURISMO E LO SHOPPING
Il portale dell'ecommerce, delle ricette e dei prodotti made in sicily

Seguici anche su:
Torna ai contenuti