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Castelli Italiani e i loro Fantasmi: Castello di Montebello e la Leggenda di Azzurrina
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Italy FOR Tourist in Emilia Romagna · 20 Maggio 2023
Rimini. Entroterra. Su una collina che domina le verdi vallate del fiume Marecchia e del torrente Uso, sorge la Rocca di Montebello di Torriana. Considerata uno delle fortificazioni più interessanti di tutta la Romagna, dai suoi 436 mt di altezza osserva il territorio circostante dell’Emilia-Romagna e delle Marche.



Dall’alto dei suoi 436 metri, Montebello (frazione di Torriana, Rimini) domina la valle del Marecchia e dell'Uso, offrendo al proprio visitatore un affascinante panorama. La sua poderosa Rocca ha ben mille anni di storia da narrare: fu non a caso posta a guardia di una via, quella che risale la Valmarecchia di grande valore strategico poiché rappresentava il collegamento principale con il Montefeltro e con la Toscana, e rappresenta senza dubbio uno degli edifici storici più interessanti della Signoria malatestiana di tutto il territorio romagnolo.



Il castello ha la particolarità di poggiare le sue fondamenta proprio sul picco del un monte. È un complesso in cui è possibile leggere ancora con chiarezza gli interventi subiti nel corso di secoli, da quelli più strettamente militari a quelli finalizzati all'adattamento in dimora nobiliare. Il mastio e parte della fortezza sono ancora quelli risalenti all’originale struttura, databile intorno all'anno 1000.


In realtà la primissima costruzione in muratura della Rocca è di epoca romana (III secolo): una torre a pianta quadrata ora inserita nella struttura del castello. L'insediamento altomedievale successivo portò in eredità il nome latino “Mons belli” (Monte della guerra). La residenza signorile risale invece alla seconda metà del 1400, quando ai Malatesta subentrarono i Conti Guidi di Bagno, tuttora legittimi proprietari.



Ai saloni dei pranzi e delle feste contenuti al suo interno, si affiancano dunque ancora oggi la torre difensiva e le celle militari. La visita alla Rocca riserva molte sorprese per i tesori e i segreti che vi sono custoditi. Vi si trovano mobili di gran pregio che vanno dal 1300 al 1700, panoramica unica su circa 500 anni di storia del mobile italiano. Tra la collezione di forzieri e cassapanche tra cui spicca una cassa dipinta risalente, si dice, alle crociate.



Cunicoli misteriosi  e antichi passaggi sono stati il teatro della leggenda di Azzurrina, una bimba di circa 5 anni, figlia del feudatario, scomparsa nei sotterranei del castello nel 1375. La Rocca negli anni '70 è stata oggetto di un ampio intervento di rifacimento.

Sapete come nasce una leggenda? Da una storia vera.



La storia di Azzurrina è la storia di Guendalina, bimba dagli occhi color cielo, figlia di un certo Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello, la quale nel 1375 fu la protagonista di un triste fatto di cronaca. Era il 21 giugno quando, nel nevaio della vecchia Fortezza, la bimba scomparve e non venne mai più ritrovata. Questa in breve è la sua storia che, tramandandosi oralmente per circa 3 secoli, si arricchì di elementi di fantasia. Ma perché se ne parlò tanto? Il motivo lo apprendiamo da una Miscellanea di racconti della Bassa Val Marecchia, frutto di un gusto seicentesco per le fabulae popolari. La penna di un raccoglitore di storie del XVII secolo fermò così, su carta, il lungo volo di quella che, ormai, era già una leggenda: Azzurrina.

“… aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …”



Da qui, dunque, deriva il soprannome di Guendalina e la sua suggestione, da un ‘vero’ fenomeno che, se visto più da vicino, si scopre risultato di una tinta venuta male, perché la bambina nacque, in realtà, con capelli bianchi: albina. La diversità dell’altro è una cosa che non di raro spaventa l’uomo, oggi come un tempo. Il sospetto poi, portato all’estremo, conduce a volte, a credere in estremi rimedi. Eliminare il diverso e con esso ciò che rappresenta, può essere visto come una soluzione.
Fu allora, per difendere (o nascondere) la figlia che i genitori le tinsero i capelli, ma il bianco dell’albinismo non trattiene il colore, reagisce al pigmento diventando azzurro. Ecco spiegato lo ‘strano’ caso e l’appellativo ad esso legato. Eppure, il fascino che ancora esercita sui molti visitatori del Castello, sui produttori di trasmissioni televisive, sui semplici curiosi, rimane riposto nell’arcano.
Cosa spinge tanta gente a percorrere le tortuose strade della millenaria rupe, per giungere in fine alla Rocca di Mons Belli? Per scoprirlo riprendiamo il manoscritto seicentesco e continuiamo a leggere:

“… e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”



Ai turisti in visita alla Rocca vengono fatte ascoltare tutte le registrazioni. Le reazioni rimangono tuttora le più diverse, se non addirittura contrastanti. Ad alcuni sembra un pianto di bambina, ad altri una risata, molti dicono di sentirci una voce, di distinguerci una parola, tanti altri sostengono di non sentirci né più né meno che vento e pioggia nel temporale.
Fra le mura del leggendario Castello è stato girato il film Azzurrina, un lungometraggio horror del regista Giacomo Francios, la cui lavorazione è stata sospesa diverse volte ed in circostanze misteriose.



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