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Castelli da Visitare - IL CASTELLO DI GRADARA. il Castello di Paolo e Francesca
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Italy FOR Tourist in Marche · 21 Maggio 2025
Il Castello di Gradara si trova in provincia di Pesaro e Urbino proprio al confine tra le Marche e l’Emilia Romagna, in cima ad un colle, a pochi chilometri dal mare. Si tratta di una delle costruzioni medioevali meglio conservate e più imponenti d’Italia. E' costituito da un castello-fortezza medievale (la rocca) e dall'adiacente borgo storico, protetto da una cinta muraria esterna che si estende per quasi 800 metri, rendendo l'intera struttura imponente. Il Castello sorge su una collina a 142 metri sul livello del mare. Il mastio, il torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l’intera vallata



Il castello di Gradara è un magnifico esempio di architettura militare del XIV secolo. Attorno al fortilizio primitivo, costruito probabilmente dalla famiglia de Grifo nel XII secolo, quando erano signori di Gradara, il castello fu poi ingrandito e abbellito dai diversi feudatari che si succedettero nel dominio della zona. I Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere non si limitarono però ad accrescerne la potenza militare e difensiva, ma ne abbellirono anche le sale interne, raccogliendo diverse opere d’arte.



Nel castello di Gradara, oggi museo statale, si visitano ben 14 stanze tutte arredate con mobili antichi e opere d’arte, tra cui la pala di Santa Sofia di Giovanni Santi e una terracotta di Andrea Della Robbia. Tra i vari ambienti i più significativi vanno menzionati quelli decorati con affreschi alcuni attribuiti al pittore bolognese Amico Aspertini come il camerino di Lucrezia Borgia, la sala della Passione e la sala del Consiglio, la camera dei Putti  al pittore Girolamo Marchesi ma la stanza più  suggestiva è senza dubbio la camera da letto di Francesca, in cui si racconta la famosa tragedia dei due amanti che Dante ha immortalato nel V Canto dell’Inferno.



Per entrare si passa dal ponte levatoio e si arriva nel cortile interno, il Cortile d’Onore, dove si affaccia il grande torrione con altri ambienti, le Prigioni e la Sala delle Torture. Le molte sale che si trovano al piano nobile, restaurate e allestite accuratamente, sono arredate con mobili antichi e arricchite da opere d’arte di gran pregio. Tra le tante stanze vi segnalo la Sala della Passione, il Camerino di Lucrezia Borgia, la Sala del Consiglio, la Sala della Giustizia e naturalmente la Stanza di Francesca. Molto belle sono le pitture nel Camerino di Lucrezia Borgia. Nella Sala della Giustizia potrete ammirare la Pala di Giovanni Santi, padre di Raffaello, della “Madonna in Trono con Bambino e Santi”. Al piano terra, dietro l’altare della Cappella, si trova la straordinaria opera di Andrea della Robbia, la Pala della Madonna con Bambino in “terracotta invetriata”, risalente agli anni ’80 del Quattrocento.



La storia del Castello di Gradara deve la sua fortuna all’invidiabile posizione che lo rende, fin dai tempi antichi, un crocevia di traffici e genti. Durante il medioevo la fortezza è uno dei principali teatri degli scontri tra il Papato e le Casate marchigiane e romagnole.
Fu costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Grifo: successivamente caduta in disgrazia presso il papato, venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie e affidata al condottiero dei guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, signori di Rimini, Cesena e Pesaro.
Furono i Malatesta a decidere l'edificazione delle due cinte di mura, erette tra il XIII e il XIV secolo. Nel 1445 Galeazzo Malatesta decise di vendere Gradara a Francesco Sforza per 20.000 fiorini d'oro; quando però Francesco arrivò a Gradara per entrarne in possesso, Sigismondo Pandolfo Malatesta, uomo d'arme e mecenate, si rifiutò di consegnargliela e anche di restituire il denaro.
A seguito di ciò nel 1446 Francesco Sforza, alleato del Conte Federico da Montefeltro, mosse verso Gradara per prendersela con le armi: il suo esercito, ben fornito di cannoni, bombarde e schioppi, cinse d'assedio ed attaccò duramente per 40 giorni la fortezza, la quale sembrava destinata a cadere. Grazie alle intemperie e all'imminente arrivo dei rinforzi del Malatesta, Francesco Sforza fu tuttavia costretto a ritirarsi, lasciando Gradara nelle mani di Sigismondo.
Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 quando Sigismondo Pandolfo Malatesta, scomunicato da papa Pio II, si scontrò direttamente con Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, in quella circostanza dovette arrendersi, per poi essere consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.



Durante la signoria di Giovanni Sforza il castello fu oggetto di importanti trasformazioni atte a renderlo un protetto e sicuro luogo di soggiorno e rappresentanza.
Nel corso degli secoli Gradara passerà di mano diverse volte e alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: oltre ai Malatesta ed agli Sforza, essa diverrà dominio dei Borgia e dei Della Rovere, seguendo le sorti di queste famiglie nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna.
Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia.
Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, il castello e la cinta muraria erano ridotti allo stato di rudere. Umberto Zanvettori finanziò il restauro del castello e della cinta muraria del borgo e, pur intervenendo con un restauro più interpretativo che filologico,riportò il borgo fortificato all'originario splendore.
Nel 1928 la rocca fu venduta allo Stato italiano, con diritto di usufrutto da parte della vedova di Zanvettori, Alberta Porta Natale, fino al 1983.



La Leggenda di Paolo e Francesca
Secondo la leggenda, la rocca ha fatto da sfondo al tragico amore tra Paolo e Francesca, cantato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Intorno al 1275 Guido da Polenta, signore di Ravenna, diede in sposa la figlia Francesca al suo fedele alleato Giovanni Malatesta, signore di Rimini, chiamato Gianciotto perché "ciotto", sciancato, valoroso uomo d'arme ma brutto nella persona. Al momento di presentarsi a Francesca, inviò al suo posto il suo fratello Paolo, cavaliere nobile, bello e cortese, già sposato con Beatrice Orabile di Ghiaggiuolo, con la quale aveva due figli. I due s'innamorarono ma Gianciotto, messo in allarme da un servitore, li colse in flagrante tradimento e li uccise. Il castello di Gradara, ospita la stanza dove dice sia avvenuto l’ultimo incontro tra Paolo e Francesca.

Guarda il Video del Castello





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