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Una curiosità di Venezia: La Toponomastica
Guida di Viaggi e Turismo in Italia - Visit Italy
Pubblicato da Francesca Ur, in Veneto · 20 Ottobre 2022
Chi si avventura per viuzze e canali veneziani avrà sicuramente notato le belle scritte sui muri. Queste sono i nizioleti, termine veneziano per indicare la tipica indicazione stradale veneziana.



La sua peculiarità consiste nel fatto che non si tratta di un cartello, ma di un pittura parietale: infatti i nomi delle strade o dei canali e le indicazioni verso i punti cruciali della città sono dipinti a mano direttamente sugli intonaci e sui muri delle case, entro un rettangolo di colore bianco circondato da un riquadro (da cui il nome). Le scritte vengono realizzate usando apposite forme a stampo metallico per lettere, numeri e frecce.
Quelli che quindi rappresentano solo in apparenza le indicazioni stradali, sono in realtà vere e proprie testimonianze di un passato di attività artigianali, commerciali e industriali e raccontano usi, costumi di un tempo.



Sotoportego del Banco Giro
A Rialto, indicava il luogo dove operava la banca di Stato.

Calle delle Ballotte
Nel sestiere di san Marco, era la via in cui operavano gli artigiani che confezionavano le ballotte o palline impiegate nelle votazioni per le magistrature della Serenissima. Da queste deriva il termine ‘ballottaggio’ diffusosi poi in tutte le lingue. Si dice che, anticamente realizzate in cera, furono poi sostituite da altre in panno di lino perché non si attaccassero alle pareti delle urne.

Calle dei Cerchieri
Nel sestiere di Dorsoduro era il luogo in cui si forgiavano i cerchi di ferro necessari alla confezione delle botti, che, visto il fruttuoso commercio del vino e il largo uso nell'alimentazione quotidiana, erano un importante articolo della produzione artigiana.



Calle, Sotoportego e Corte de l’Indorador
Toponimo distribuito in varie zone della città, indicava il mestiere degli artigiani abili a rivestire con foglia d’oro mobili e cornici. Godevano di altissima reputazione anche all'estero e spesso operavano anche all'estero.



Fondamenta dei Felzi
Nel sestiere di Castello, indicava il luogo in cui i Felzeri confezionavano i Felzi, le cabine che anticamente riparavano i passeggeri delle gondole. Attualmente le gondole sono imbarcazioni aperte ma, sino ai primi anni del Novecento, erano dotate di una cabina smontabile detta fèlze. Quando Venezia era una città con un numero di abitanti molto più elevato dell'attuale e non erano stati realizzati i cospicui interramenti dei rii (avvenuti in epoca ottocentesca) la gondola costituiva il mezzo di trasporto per eccellenza. Le permanenze a bordo potevano quindi essere piuttosto lunghe e, con il clima invernale veneziano, la copertura del fèlze consentiva una certa confortevolezza e intimità.



Campo Mosca o delle Mosche
Nel sestiere di Santa Croce, indicava il luogo in cui erano fabbricati i falsi nei con cui le dame veneziane si abbellivano il volto. Erano pezzetti di stoffa di taffetà nero gommato la cui posizione era normata da un complicato codice per cui la posizione della mosca sul viso assumeva diverso significato ma questa spiegazione deve dare spazio anche a quella meno simpatica secondo cui si faccia riferimento ai nugoli di insetti attirati dalla colla di un ‘calegher’ che qui lavorava.
Calle dei Nomboli
Nel sestiere di san Polo, l'attribuzione è divisa tra due teorie. La prima si riferisce alla presenza di macellerie che esponevano tagli di carne, detti appunto nomboli. La seconda attribuisce il significato alle fabbriche che confezionavano i ‘cai di corda’ detti anche nomboli da cui si ricavavano le micce per i cannoni.
Calle dei Ormesini
Nel sestiere di Cannaregio, si fabbricavano e vendevano drappi di seta provenienti in origine da Ormus, città dell’Asia.

Calle del Pistor
Ce ne sono molte, distribuite nei vari sestieri della città. Indicava il luogo in cui era la bottega di un panettiere, dal latino pistorius.

Calle del Pestrin
Toponimo che si riferisce alle botteghe in cui si vendeva il latte a cui era annessa la stalla per le vacche.

Calle delle Rasse
Nel sestiere di san Marco la 'rascia' o rassa era un panno di lana con il quale si coprivano le gondole, così chiamato dal regno di Rascia (Serbia) da cui proveniva. La stoffa era utilizzata anche per la confezione dei Felzi, le cabine delle gondole.

Calle del Scaleter
Scaleter significa ciambellaio, o più genericamente pasticcere. Le scalette erano infatti dolci che portavano impressi alcuni segni somiglianti ad una scala e venivano consumati specialmente durante i matrimoni. Si dice anche che la funzione di questo dolce fosse quella di deridere gli Scaligeri, i signori di Verona, con cui i Veneziani non avevano buoni rapporti.



Barbaria delle Tole
Nel sestiere di Castello è una lunga via dove, fino a tutto l’Ottocento, esistevano vari magazzini di tavole (tole) per le opere di carpenteria. A Barbaria si attribuisce un doppio significato. Il primo fa riferimento ad alcune botteghe di barbiere, il secondo, al carattere burbero e selvatico dei montanari che lavoravano il legno.

Ma la lista e lunghissima e racconta anche delle donne veneziane, impreditrici e prostitute, raccontano storie e leggende di bambini uccisi con cui si facevano le zuppe come nel caso dell’oste Biagio Furlan, insomma, la storia di Venezia divertitevi a scoprirla metro dopo metro.



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